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Regine delle nevi

  • Alberto Chiumento
  • 17 mar 2020
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 18 mar 2020

Per l'Italia quella che si è appena conclusa, anzitempo causa coronavirus, è stata la migliore stagione per le discipline invernali nel settore femminile.

L’italneve in rosa, infatti, ha permesso alla Federazione Italiana Sport Invernali di portare a casa tre Coppe del Mondo generali, in tre discipline differenti. Una collezione di vittorie così numerosa non si era mai verifica prima per la nostra nazionale.


Brignone, non solo gigante

La prima in ordine di tempo ad aggiudicarsi la Sfera di cristallo è stata Federica Brignone, la quale non è dovuta neppure scendere in pista ad Åre. Il governo della città svedese, sede del weekend di gare, ha deciso infatti di annullare le competizioni per via di una persona risultata positiva al Coronavirus, decretando così il successo di Brignone.

Si tratta di un trionfo inedito per la squadra femminile, poiché nessuna atleta italiana prima d'ora era riuscita ad imporsi nella classifica generale. Ci aveva provato Karen Putzer, nella stagione 2002-2003, ma si dovette accontentare di un secondo posto dietro ad una dea dello sci come Janica Kostelic.


Alla propria bacheca personale Brignone può aggiungere anche le due coppette di specialità, conquistate in gigante e in combinata. Si tratta di un’altra prima volta, poiché nessuna sciatrice italiana era riuscita a fare doppietta di Coppe di specialità in una singola stagione.

Il cambio di passo, che ha permesso a Federica di lottare per la coppa generale, è avvenuto nelle gare delle discipline veloci. Tra supergigante e discesa la valdostana è stata in grado di raccogliere sei podi, tra cui una vittoria a Rosa Khutor in Russia.


Quella dello sci, in particolare al femminile, è stata una stagione molto particolare: prima che il Coronavirus causasse l’annullamento delle ultime due tappe di CdM – la terz’ultima ad Ofterschwang è stata cancellata a causa della mancanza di neve - la notizia della morte del padre di Michaela Shiffrin, regina indiscussa dello sci, aveva colpito di sorpresa tutto il circus. Volata negli Stati Uniti per la scomparsa del papà, Shiffrin non ha così potuto prendere parte a nessuna gara nel mese di febbraio. E’ quindi semplice pensare che se Shiffrin fosse stata presente, avrebbe mantenuto la leadership della classifica generale. Ciononostante, va tenuto in considerazione come Brignone abbia ottenuto migliori risultati di Shiffrin nelle gare in cui entrambe si sono presentate al cancelletto di partenza (8 risultati a 6 in favore di Brignone), seppur l’americana sia migliore nello slalom speciale.

La polivalenza dimostrata in carriera da Shiffrin la rende sicuramente la sciatrice più completa al momento ma darne per scontata la vittoria generale, se la sua stagione non fosse stata interrotta da un tragico lutto, può apparire riduttivo.


Ad ogni modo, a Federica non vanno tolti i meriti per una stagione sensazionale, in cui la costanza di rendimento è stato elemento cruciale per la vittoria finale. Inoltre, Brignone non è stata l’unica azzurra ad aver ottenuto risultati importanti poiché la squadra femminile di sci alpino ha raccolto 23 podi stagionali, andando vicino al record di 25 (ottenuti però su una stagione non decurtata). I piazzamenti sono arrivati da Goggia, Delago, Curtoni e Bassino, che si è piazzata al quinto posto della classifica generale.

A livello di squadra è stata quindi una stagione da incorniciare, come lo è stato il podio della gara di discesa a Bansko. Sui tre gradini del podio, infatti, sono salite sole sciatrici azzurre. Prima Curtoni, seconda Bassino, terza Brignone.




Moioli, la Bergamo che non molla

Tutti noi abbiamo visto e apprezzato la maglia con cui la squadra dell’Atalanta dedicava l’approdo ai quarti di finale di Champions League alla popolazione di Bergamo, duramente colpita dall’epidemia di Coronavirus. Lo stesso giorno Michela Moioli, snowboarder bergamasca, aveva condiviso sul proprio profilo social un’immagine che da sola era sufficiente a spiegare la gravità della situazione nel suo comune, Alzano Lombardo.


Qualche giorno dopo Michela Moioli si è aggiudicata l’ultima gara di Coppa del Mondo di snowboard cross, sigillando così il suo terzo successo nella classifica generale. In realtà, Michela aveva già conquistato aritmeticamente la Sfera di cristallo, con il secondo posto in Sierra Nevada della settimana precedente. Non era quindi obbligata a prendere parte all’ultima gara in Svizzera, ma ha comunque tenuto ad esserci. Era un modo, unico, per dimostrare alla propria terra solidarietà e coraggio. Era troppo grande il suo desiderio di condividere la Coppa con il proprio paese, flagellato dal Covid-19. Sul suo casco, infatti, aveva appicciato un pezzo di nastro con la scritta “Forza Alzano”.


Il rapporto che lega Michela con il suo territorio è fortissimo: appena tornata a casa non è stata, però, accolta da molte persone come in passato ma soltanto dal sindaco di Alzano, Camillo Bertocchi. La foto di rito che i due hanno scattato con Coppa, bandiera italiana e fascia tricolore per il primo cittadino del paese, obbligatoriamente a un metro di stanza, ha trasmesso forza e sorriso alla popolazione locale, in un momento così difficile.


Situazioni delicate hanno caratterizzato anche la carriera di Moioli: durante la finale olimpica, in piena rimonta per la conquista del bronzo olimpico, che avrebbe ottenuto a soli 18 anni, si è scontrata con un’avversaria e la successiva rovinosa caduta le è costata la rottura del legamento crociato. La giovane bergamasca, tornata dall’infortunio, non ha sprecato  occasioni ed ha dimostrato il suo valore portando a casa 3 Coppe di cristallo (2015-2016, 2017-2018 e 2019-2020), intervallate dal prezioso oro olimpico a PyeongChang 2018.


In questa stagione nelle sei gare stagionali – la disciplina dello snowboard cross pur essendo molto spettacolare fa solo poche gare – è salita sempre sul podio, registrando 3 vittorie e 3 secondi posti. La continuità di risultato in uno sport dove i contatti e le cadute sono molto probabili, e quindi uscire di pista può capitare anche alle campionesse, dimostra la capacità e la determinazione con cui Moioli affronta ogni competizione. Pronta a lottare sia sulla neve sia a supporto dei sui concittadini.




Wierer, una doppietta col finale thriller

L’ultima in ordine di tempo a portare a casa la Coppa del Mondo assoluta è stata Dorothea Wierer.

L’altoatesina è il volto del biathlon italiano, sfruttando i suoi risultati e la sua immagine, ha reso maggiormente popolare in Italia questo appassionante sport di nicchia. Lo scorso anno è stata la prima atleta italiana a vincere la classifica generale di biathlon e ora, grazie all'undicesimo posto nella gara ad inseguimento di Kontiolahti, ha bissato il successo della stagione passata. In campo femminile una vittoria in back-to-back non accadeva da 18 anni, quando ad imporsi fu un mostro sacro della disciplina come la svedese Forsberg.


Dopo la buona partenza stagionale, con la vittoria nella gara inaugurale ad Oestersund, l’annata di Wierer si è impreziosita ulteriormente con i trionfi nei Mondiali di Anterselva, dove l’italiana gareggiava sulla pista di casa. I due ori e i due argenti conquistati in questa occasione le hanno permesso di portarsi in testa alla classifica di Coppa del Mondo.

Da lì in poi, pur non salendo più sul podio, Wierer è stata in grado di difendere la sua prima posizione. Eppure il primato sembrava perso, seppur virtualmente, nel finale dell’ultima gara ed è stato recuperato soltanto all’ultimo poligono di una gara che ha rappresentato la quintessenza del biathlon. Continui stravolgimenti di classifica ed errori decisivi al tiro hanno fatto trattenere il fiato fino alla fine ai molti appassionati, presenti non sugli spalti (per via dello svolgimento della gara a porte chiuse causa Coronavirus) ma davanti alla televisione.


Nel palmares, ormai ricchissimo, di Dorothea manca solo la medaglia olimpica individuale. Quella di squadra è già arrivata (nella staffetta mista) in due edizioni ma solo Wierer potrà decidere se prendere parte ad una terza avventura olimpica o se terminare la carriera per dedicarsi alla famiglia.

I tifosi italiani farebbero carte false per vederla tornare in pista ed inoltre una medaglia olimpica sarebbe la ciliegina sulla torta per una carriera già sublime per una piccola ragazza, che ha incominciato a fare biathlon solo per seguire i fratelli maggiori.




E non è finita

A voler essere precisi ci sarebbe un ulteriore trionfo azzurro al femminile, ma non trattandosi di una disciplina olimpica passa spesso in sordina. Ad ogni modo, si tratta di Arianna Tricomi, atleta del circuito Ski Freeride, nel quale l’azzurra si è imposta per il terzo anno di fila nella classifica generale. Il freeride è la particolare disciplina in cui gli sciatori (e gli snowboarder) scendono dalle vette di montagne, disegnando linee sulla neve fresca ed eseguendo salti. La componente stilistica è fondamentale in questo ambito poiché i giudici assegnano un punteggio in base alle evoluzioni eseguite dai concorrenti.


Arianna condivide con Federica Brignone il fatto di essere figlia d’arte. Entrambe le mamme, infatti, sono state sciatrici della nazionale azzurra. Mamma Tricomi, Maria Cristina Gravina, ha partecipato alle Olimpiadi americane di Lake Placid ’80 mentre Mamma Brignone, Maria Rosa Quario, ha vinto 4 slalom di Coppa del Mondo.


I risultati ottenuti da queste atlete mettono in evidenza il grande lavoro svolto sia a livello di federazione, sia a livello di singole squadre. Il settore femminile degli sport invernali non aveva mai visto trionfare così tante azzurre nella stessa annata. I risultati incredibili sono stati notati anche dal mondo delle istituzioni. Brignone, Moioli e Wierer sono già state invitate, quando le condizioni lo permetteranno, al Quirinale da Sergio Mattarella.

Se anche il Presidente della Repubblica desidera complimentarsi con le nostre atlete significa proprio che hanno dipinto una stagione da record.

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