Velocità e classe, Hamilton contro Hirscher
- Alberto Chiumento
- 26 mar 2019
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 26 feb 2020
Nel mese di marzo si conclude la stagione dello sci alpino e si apre quella di Formula 1. Il passaggio del testimone tra le due discipline della velocità offre l’occasione per analizzare e comparare due atleti, che hanno monopolizzato i rispettivi sport negli ultimi anni. Marcel Hirscher e Lewis Hamilton appaiono molto differenti in un primo momento, ma hanno più caratteristiche in comune rispetto a quanto si possa immaginare.
Entrambi sono due campioni e i rispettivi palmares lo ricordano in qualsiasi momento. L’inglese è alla ricerca del suo sesto titolo iridato, dopo aver trionfato nel 2008, e due volte in back-to-back (2014 e 2015, 2017 e 2018) mentre l’austriaco ha appena conquistato l’ottava coppa del mondo consecutiva.
GLI ESORDI Lewis e Marcel sono sempre stati considerati giovani predestinati. Il primo, infatti, ha vinto a ripetizione in tutte le categorie minori mentre il secondo ha trionfato sia in Coppa Europa, sia ai Mondiali Juniores.
Quasi fossero baciati dallo stesso destino, il loro esordio “tra i grandi” è avvenuto praticamente in contemporanea: Hamilton debuttò a bordo della McLaren, diretta dal suo punto di riferimento Ron Dennis, il 18 marzo 2007, mentre solo il giorno prima, sabato 17 marzo, Hirscher partecipò alla sua prima gara di coppa del mondo, uno slalom gigante a Lenzerheide chiuso al 24esimo posto.
I loro inizi sono molto simili perché accompagnati da una presenza tanto fondamentale quanto ingombrante. Entrambi, infatti, hanno condiviso il loro percorso sportivo con il proprio papà.
Anthony Hamilton si fece letteralmente in quattro (facendo contemporaneamente 3 o 4 lavori) per permettere al figlio di praticare uno sport che richiede grande disponibilità economica. Lewis, dal canto suo, non ha mai mancato di ricordare e ringraziare il padre per tutti i sacrifici fatti, nemmeno quando a 25 anni il pilota ha deciso di interrompere il rapporto lavorativo col padre, affermando che era giunto il momento in cui sentiva il bisogno di un manager professionista.
Tale rottura, invece, non si è verificata in casa Hirscher, dove il padre Ferdinand è l’allenatore del figlio. Ancora oggi, con i suoi riconoscibili baffi bianchi, lo si nota a fianco di Marcel a fare la ricognizione della pista, cercando di individuare le migliori traiettorie e testando il miglior paio di sci.
MATURITA’ Come molti sportivi hanno raccontato, la continua presenza di un familiare nella propria carriera esercita sentimenti ambivalenti sul figlio: se da un lato fornisce sicurezza mentale e supporto durante le trasferte, dall’altro lato una figura del genere produce un obbligo, non sempre implicito, nel ragazzo di dover dare sempre il massimo. E sul lungo periodo ciò può logorare il rapporto, portando anche fine alla carriera del figlio.
Oltre alla pressione paterna, Lewis Hamilton e Marcel Hirscher hanno dovuto affrontare un ulteriore tipo di pressione: quella esercitata dal proprio paese e dai media. In Austria, dove lo sci alpino è religione di stato, un podio di coppa del mondo senza austriaci è considerato un fallimento. Allo stesso modo l’Inghilterra è una terra che ha fornito i migliori piloti alla Formula 1. Dai più storici come Jim Clark e Jackie Stewart ai più moderni, ma sempre vincenti, David Coulthard e Jenson Button.
AVVERSARI Spesso si sente dire che alcuni campioni hanno vinto solo per mancanza di concorrenza e quindi non sono da considerare tali. Questa particolare affermazione non riguarda né Hamilton né Hirscher. Il Re Nero, come viene definito da qualche giornalista, ha dovuto affrontare sia esperti rivali di altre scuderie, tra cui Alonso e Vettel, sia agguerriti compagni di squadra, come Rosberg.
Se si può imputare alla gioventù e alla poca esperienza il mondiale che Hamilton perse all’esordio nel 2007 a favore di Räikkönen, il duello con l’amico-nemico Rosberg di due stagioni fa è stato principalmente una lotta mentale, così stressante per il vincitore da decidere di ritirarsi a campionato appena concluso.
Gli sciatori che Hirscher ha affrontato in tutta la sua carriera sono dei veri mostri sacri del circo bianco, ciò nonostante sono otto anni che finiscono tutti per inchinarsi a Re Marcel. Antagonisti di discipline tecniche, Pinturault e Ligety, e di discipline veloci, Svindal e Feuz, si sono dovuti arrendere alla polivalenza e costanza del figlio di Ferdinand.
DOMINIO L’atteggiamento di Hirscher è sempre stato riservato e tranquillo, con dichiarazioni molto pacate mentre Hamilton, anche per la maggior diffusione del suo sport, ha trasformato se stesso in una star planetaria. Spot pubblicitari, collaborazioni con marchi di moda e continui supporti via social al mondo vegano l’hanno reso ancora più noto in ogni angolo del globo.
Benché vivano il loro successo in modo opposto, l’elemento che maggiormente accomuna i due sportivi è la superiorità che mostrano in gara. I perfetti giri di qualifica con cui Lewis ipoteca, spesso già al sabato, le vittorie ricordano le manche senza sbavature con cui Hirscher è solito salire sul gradino più alto del podio. Le loro dimostrazioni di forza e solidità distruggono gli avversari mentalmente, prima ancora che sportivamente.
Entrambi hanno ormai raggiunto la maturità dei loro percorsi. Le rispettive carte d’identità dicono che i 30 anni sono stati superati, nonostante ciò sono stati in grado di tenere testa ai nuovi talenti. Nelle poche occasioni (non fondamentali per il titolo) in cui l’inglese si è lasciato sorprendere, è stato l’esuberante Verstappen a mettere in difficoltà Lewis, mentre i più affermati piloti Ferrari non sono riusciti a intaccare lo strapotere dell’inglese.
Hirscher, invece, è stato capace di disintegrare la fame di vittorie di Kristoffersen, norvegese classe ’94, che molti addetti ai lavori hanno descritto come il prossimo cannibale delle discipline tecniche. Specialmente negli ultimi due anni, la superiorità mostrata dall’austriaco ha lasciato solo le briciole al giovane avversario, che dopo aver raccolto una sfilza di secondi posti, è apparso spesso rassegnato nel cercare la vittoria.
I due re declinano la velocità in maniere differenti, uno scendendo dai pendii più ripidi del mondo, l’altro sfrecciando in una monoposto all’avanguardia tecnologica, ma hanno saputo affermarsi campioni, dominando gli ultimi anni grazie a una forza mentale fuori dal comune. Mentre il campione austriaco non ha ancora dichiarato se continuerà, Hamilton non ha alcuna intenzione di abdicare. Gli avversari sono avvisati.

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