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Emissioni, chi le ha ridotte?

  • Alberto Chiumento
  • 3 giu 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

La classifica del Financial Times e Statista premia con il secondo posto l'utility Gruppo Cap. Raddoppiano le italiane tra le aziende top europee



(Questo articolo è stato pubblicato su Milano Finanza il 3 giugno 2022)


L’impegno per la sostenibilità climatica è un tema che coinvolge un numero sempre maggiore di aziende italiane. L’ennesima certificazione arriva dalla Europe’s Climate Leaders 2022, la classifica prodotta dal Financial Times e da Statista, che monitora le aziende europee più impegnate nella riduzione delle emissioni di gas serra. Rispetto allo scorso anno, le società italiane presenti in classifica sono quasi raddoppiate passando da 10 a 19. La secondo posizione resta italiana: ma Fastweb cede il posto al Gruppo CAP, azienda di gestione del servizio idrico nella Città metropolitana di Milano e in alcuni comuni delle province di Monza e Brianza, Pavia, Varese e Como.


Il Gruppo CAP si trova al secondo posto perché è stato in grado di ridurre l’intensità delle proprie emissioni di gas serra del 45,2 per cento nel periodo 2015-2020. Il risultato è di poco inferiore a quello della prima classificata Logitech, società svizzera produttrice di software e di strumenti elettronici come mouse, tastiere e webcam, che ha tagliato le proprie emissioni del 46,8 per cento. Al terzo posto c’è ICA gruppen (42,4 per cento), società svedese del settore alimentare e farmaceutico.


Il risultato del Gruppo CAP è ancora più importante data la sua assenza dalla classifica del 2021. “Il report certifica il nostro impegno nel cercare soluzioni innovative per fare industria nel rispetto dell’ambiente”, ha commentato Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP. “Noi abbiamo voluto adottare un piano di sostenibilità che certifichi l’impegno verso una crescita sempre più sostenibile e responsabile, che coinvolge i territori e la società in cui operiamo”.


Fastweb, pur scendendo in classifica, rimane la terza azienda italiana per riduzione delle emissioni (30,6 per cento), preceduta da Esprinet, attiva nel settore della tecnologia e dell’elettronica, che ha diminuito le emissioni del 32,2 per cento. Italgas (23,9 per cento) ed Enel (14,4 per cento) completano la top cinque delle aziende italiane.


I settori industriali presenti nella classifica italiana non si limitano a quello delle utilities e della tecnologia. Il settore bancario assicurativo è rappresentato da Banco BPM (10,7 per cento) e Gruppo Unipol (9,4 per cento), mentre quello delle costruzioni è presente grazie a tre società: Webuild (9,5 per cento), Feralpi Holding (9 per cento) e MM (5,7 per cento). In classifica c’è spazio anche per gruppi storici dell’imprenditoria italiana come Prada (4 per cento), Piaggio (3,8 per cento) e Mondadori (3,5 per cento).


La classifica, che include oltre 400 aziende europee con un livello di ricavi annui superiore ai 40 milioni di euro o 36 milioni di sterline, analizza quelle che hanno ottenuto la più grande “riduzione dell’intensità di emissioni di gas serra provenienti dalle proprie attività e dalla generazione dell’energia utilizzata” tra il 2015 e il 2020. L’intensità è definita come la quantità di tonnellate di CO2 emessa per ogni milione di euro di ricavi. Gli autori si sono inoltre riservati la possibilità di escludere le aziende che, pur con ottimi risultati, non possono essere dette “leader climatiche” per via di altre attività poco rispettose dell’ambiente come la deforestazione.


La nazione più rappresentata in classifica è il Regno Unito, che ospita 120 aziende, seguita da Germania, 52, e Francia, 44. Il settore più presente è quello finanziario, con 43 società, seguito da quello energetico e del commercio al dettaglio. Soltanto tre aziende minerarie sono presenti.

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